Cosa devi sapere per realizzare un piano di volo finalizzato al rilievo topografico da DRONE (SAPR).

A conclusione del nostro articolo sulla “definizione dell’area da rilevare” operazione preliminare per realizzare un accurato rilievo topografico da drone, affronteremo dal punto di vista molto pratico come posizionare le piastre fotogrammetriche per ottenere una esatta restituzione del rilievo.

Prima valutazione circa il posizionamento delle piastre fotogrammetriche GCP (ground control point)

Le piastre fotogrammetriche sono degli elementi, di vario materiale e dimensioni, altamente visibili da foto da drone grazie ad un gioco di colori e forme geometriche in cui esse sono suddivise.
Non esiste una regola per stabilire il numero di GCP ed il loro posizionamento in mappa ma solo degli accorgimenti che, caso per caso, è bene adottare.
Per un rilievo correttamente restituito, scalato e orientato, risultano indispensabili in quanto punti di controllo sul terreno aventi coordinate note (da rilevare con metodi tradizionali). Dall’esperienza maturata sul campo, si consiglia di utilizzare piastre 30cmx30cm per voli fino a 70 metri e piastre di dimensione 50cmx50cm per voli fino a 150 metri, ed ovviamente si consiglia di fissare bene a livello del terreno ogni piastra, in modo da non falsare altimetricamente il rilievo.

 

Figura 1 – piastre fotogrammetriche tipo

Il numero minimo di GCP è comunque pari a 3 punti, avendo cura che questi non risultino allineati ma ben distribuiti spazialmente; si consiglia di incrementare sempre tale valore fino a 5 punti.
Generalmente queste 5 piastre vengono posizionate in corrispondenza dei quattro vertici ideali dell’area di rilievo ed in corrispondenza del punto centrale; per far si che la ricostruzione del rilievo sia attendibile è bene considerare il posizionamento delle piastre più esterne, in modo tale che esse siano visibili da almeno tre fotogrammi.

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Figura 2 – posizionamento di una piastra fotogrammetrica

Non esiste un numero massimo di GCP da utilizzare, la loro scelta e posizionamento dipende esclusivamente dall’orografia del territorio da rilevare e dall’esperienza del tecnico, infatti se per vaste aree ma omogenee sono sufficienti 5 punti, incrementabili leggermente a giudizio dell’operatore, nel caso di orografia complessa, salti di quota, terrazzamenti, invece, il numero delle piastre sarà necessariamente superiore ed in questo caso, un maggior numero di punti GCP effettivamente contribuirà ad aumentare la precisione del rilievo soprattutto in quota.
Ovvero, i GCP sono indispensabili per le fasi di restituzione del rilievo con drone ma il loro numero non dipenderà dall’estensione dell’area bensì dalla complessità del territorio; in figura un caso pratico di posizionamento delle piastre fotogrammetriche nel caso di salto di quota.

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Figura 3 – posizionamento di una piastra fotogrammetrica nel caso di salti di quota

Scelta del sistema di riferimento (tipo di coordinate) per il rilievo a terra delle piastre fotogrammetriche

Il rilievo delle piastre fotogrammetriche sarà effettuato sul campo mediante tecniche di rilievo tradizionali quali stazione totale o gps. Tale operazione risulta la più lunga rispetto all’intero processo di progetto/rilievo/restituzione dell’area e per questo, come detto in precedenza, si consiglia sempre una valutazione preliminare del territorio.
Il rilievo stesso dovrà essere effettuato nel sistema di coordinate necessario o richiesto dalla committenza. Il risultato finale di questa operazione è l’ottenimento per ciascun punto delle coordinate tridimensionali e una precisa descrizione o monografia della posizione.
Avere le coordinate in un file di testo o in disegno CAD, aiuterà la fase di individuazione dei punti al momento della restituzione.

Acronimi

GCP – Ground Control Point

Topoprogram – Alessia Toscano